Alex Britti spiato da una rete di cyber spionaggio: tutto a causa della difficile separazione dall’ex moglie.
Nella complessa inchiesta sul caso di cyber spionaggio coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, tra le vittime compare il nome di Alex Britti.
Pare, infatti, che il noto cantautore italiano sia stato vittima di un tentativo di dossieraggio. Secondo le carte dell’indagine, il suo nome sarebbe comparso all’interno di una trama ben organizzata, con l’obiettivo di raccogliere informazioni compromettenti durante la causa civile di separazione dall’ex moglie.
Ma scopriamo tutti i dettagli.
Alex Britti vittima della banda di Equalize
L’agenzia Equalize, al centro delle indagini, è stata amministrata dall’ex ispettore di polizia Carmine Gallo e vedeva coinvolto anche l’esperto informatico Nunzio Samuele Calamucci. La rete di spionaggio coinvolgeva diversi personaggi influenti e aveva come scopo la raccolta illecita di informazioni a scopo intimidatorio.
Uno dei principali protagonisti è Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera di Milano, che si è autosospeso dall’incarico. Oltre ad Alex Britti, anche altre figure pubbliche di rilievo sembrerebbero essere state nel mirino della rete.
Secondo le rivelazioni, Fulvio Pravadelli, padre dell’ex moglie di Britti, avrebbe collaborato con Equalize per trovare elementi compromettenti contro il cantautore.
Si legge che Gallo e il suo team avrebbero tentato di far fermare Britti e un suo amico alla Stazione Centrale di Milano, fingendo che uno di loro potesse trasportare materiale compromettente. Tuttavia, il tentativo non ha dato i frutti sperati, poiché nessuna prova rilevante è stata trovata durante il controllo.
Nuovi dettagli shock dell’inchiesta
L’inchiesta ha svelato anche un incontro casuale tra Britti e Vittorio Brumotti, inviato di Striscia la Notizia. Calamucci ha dichiarato che Brumotti avrebbe registrato una conversazione con il cantautore durante un evento, cercando di raccogliere dichiarazioni compromettenti.
Tuttavia, le registrazioni non avrebbero rivelato nulla di particolarmente incriminante, se non un accenno alla passata abitudine di Britti di fumare uno “spinello” per rilassarsi prima dei concerti.